Trasgressione virtuale e crisi di coppia: tra gioco e realtà
Le parole chiave per capire questo nuovo mondo del virtuale:
impulsività, dipendenza, compulsività…
Dott.ssa Giuseppina Barbero, sessuologia
Sempre più spesso si presentano dallo psicosessuologo richieste di
coppie che vivono una grossa e drammatica crisi perché uno dei due
(generalmente il maschio) accede più o meno regolarmente a chat e
sistemi di messaggistica on line, luoghi virtuali dove iniziare
relazioni “parallele” extraconiugali. Si va dalla situazione in cui
l’accesso è occasionale e permane comunque l’attività sessuale con
la compagna che è ancora desiderata, alla situazione di
dipedenza da questa forma di “passione” e in cui si crea una
vera e propria dipendenza.
Ci sono poi moltissime altre variabili legate alla personalità
dei componenti la coppia e alla loro storia di coppia.
I siti internet di incontri online e le chat dove è possibile
flirtare virtualmente con misteriosi e per questo “affascinanti”
sconosciuti sono facilmente accessibili, spesso gratuiti e offrono
un’enorme possibilità di scelta. Inoltre, non ci sono tracce così
facilmente rintracciabili dai familiari.
E così per molti, tutto inizia quasi per gioco; talvolta resta un
gioco. A volte invece si instaurano delle relazioni personali più o
meno profonde che possono essere vissute come esperienze
extraconiugali, come forme di trasgressione dal rapporto di coppia.
E così tornare nei luoghi in cui si coltiva questa forma di
trasgressione virtuale, meno impegnativa di una relazione vera, ma
altrettanto emozionante, diventa una necessità, una dipendenza:
quella dell’appuntamento segreto con l’amante virtuale.
Quando c’è un ricorso abituale, compulsivo a volte ossessivo a tale
forma di trasgressione occorre chiedersi da che cosa nasce:
insicurezze nella relazione interpersonale? Ansie, paure legate alla
sessualità? Voglia di emozioni piccanti senza “compromettersi”
veramente?
Bisogna anche chiedersi che cosa può produrre, in quanto c’è il
rischio che attraverso il ricorso abituale alla trasgressione
virtuale si instauri
una visione distorta della sessualità, ma soprattutto, che nasca
una vera e propria
dipendenza.
La parola dipendenza ci richiama subito l’uso di droga e quindi la
dipendenza da sostanze. In questo caso parliamo di “dipendenza
comportamentale” senza uso di sostanze.
Quali sono gli elementi che ci permettono di
parlare di “dipendenza”?
-L’importanza di ciò a cui si ricorre
-La sua incidenza sul tono dell’umore
-La tolleranza e la ricaduta.
Nel caso di un’esperienza sessuale extraconiugale virtuale, il
momento dell’eccitazione diventa importante abitudinario ed
esclusivo; dà come
risultato un innalzamento (temporaneo) del tono dell’umore, ma
determina la necessità
di aumentare quantitativamente la frequenza di tale comportamento
per avere uno stesso grado di piacere (tolleranza). Inoltre, anche
dopo mesi o anni di
controllo ed evitamento del comportamento, può avvenire la ricaduta.
La compulsività (sentirsi
costretti a mettere in atto un certo comportamento) può essere più o
meno presente, ma in questo caso può essere vissuta bene dal
soggetto, che non cerca di eliminarla perché il risultato ottenuto è
il piacere.
Il caso
Per Simone, quarantenne, sposato, era cominciato quasi per gioco
l’accesso a siti di incontri per adulti on-line, ma gradatamente il
bisogno di esperienze extraconiugali per ottenere piacere in quel
modo era diventato compulsivo. Pensava che sarebbe riuscito a
controllarsi e comunque a non farsi scoprire. Invece la moglie se ne
era accorta e si era sentita ferita e “tradita”.
Ma se non c’è una donna in carne e ossa, che si incontra e con la
quale si hanno rapporti veri e propri si può parlare di tradimento?
Di infedeltà? E soprattutto e più facile perdonare un tradimento
reale o quello on-line?
Generalmente la donna si sente “violata” in entrambi i casi,
svalorizzata e mette in dubbio anche il passato vissuto in coppia:
si chiede se poteva accorgersi prima di quello che stava succedendo,
se il marito è stato insincero anche su altri aspetti della loro
relazione e se conosceva davvero bene l’uomo con il quale sta
vivendo.
Non solo, ma la donna sovente si interroga su se stessa e sulla
propria sessualità chiedendosi se è proprio vero quello che il
marito adduce come giustificazione: “la nostra vita sessuale era
così misera e tu eri
così poco disponibile che ho dovuto fare ricorso a queste cose…”.
La soluzione, come sempre è nel dialogo, nell’amore e nella
reciproca comprensione. E quando nella
coppia “ci si allontana”, la
consulenza sessuale può aiutare davvero: a distinguere tra
responsabilità o carenze personali e aspetti relazionali tipici di
ogni storia d’amore.
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